domenica 10 dicembre 2017

Io sono il drago, il sono il bambino

Ho dato un occhio alla temperatura prima di uscire di casa. Fuori c'erano -3 gradi. Una volta seduto in macchina ho aspettato un po' prima di partire. Intanto che tremavo, giocavo ad essere un drago a cui usciva il fumo dalle narici, come un bambinone..
Poi il cruscotto della mia auto ha cominciato a sbrinarsi e la geometria perfetta dei cristalli di ghiaccio mi ha fatto esclamare "ooooh!",
come un bambinone..!

sabato 27 febbraio 2016

Mentre un cane cagava

          Sedeva lì da venti minuti avvolto nel suo giubbotto imbottito, col culo su di una panchina in legno inchiodata sotto al cielo bianco. Un cane stava cagando con la faccia imbarazzata a poche decine di metri da lì, e intanto lui accusava quel cielo. Lo sentiva pesante, ed era bianco da quasi cinque mesi. Osservava tutti senza fissare nessuno. Non era di quel quartiere. Non era di quella città. Non era di quel pianeta. Sembrava difficile capire la sua età. Era giovane e vecchio allo stesso tempo. Aveva smesso di chiedersi "è presto, o è tardi?" già da un po'; più o meno da quando aveva preso coscienza della sua anima. Un'anima di quasi novecento anni che premeva contro la pelle che la confinava. 
Poggiava il tallone destro sul terriccio e la gamba sinistra si accavallava su quella destra. Stringeva i pugni nelle tasche mentre fissava le punte delle scarpe. 
Avvertì una presenza, si guardò intorno ma non vide nessuno. Tirò un sospiro e chiuse gli occhi.

          - Ciao! - disse una voce femminile. Una voce amica.

          Mantenne gli occhi chiusi senza fare il minimo movimento, mentre il suo stomaco era in fiamme. Pensò che se avesse avuto il giubbotto aperto, il cuore gli sarebbe schizzato sulle scarpe. 
Guardò prima a destra e poi a sinistra. Non c'era nessuno seduto sulla panchina. Alzò la schiena e si guardò intorno. Erano tutti lontani, compreso il cane che aveva cagato poco prima. Poggiò nuovamente la schiena allo schienale e, fissandosi le scarpe, si accorse che le punte oscillavano a ritmo di musica techno.

          - Dai, non fare lo stupido, lo so che mi hai notata! -

          Si girò di scatto e vide una bambina seduta alla sua sinistra. Stringeva un bicchiere di latte nelle sue manine. Si stranì, era sicuro di aver sentito la voce di una ragazza, non di una bambina. In effetti il corpo era di una bambina dai capelli scuri sulle spalle candide, ma il volto era quello di una ragazza.

          - Hai capito chi sono? -




sabato 6 febbraio 2016

Che noia essere me

Che tipo sono?
Entro in modalità silenziosa e faccio rumore. 
Baccano.
Mille ali rimbombano in testa; volo via e mi trovi qui.
Scarafaggi nello stomaco laddove l'eco si perde.
Che tipo sono?
Conversazioni verdi che sfrecciano su strade interrotte.
Arrivano là, sì.
Là è domani nello stesso istante in cui qua è oggi.
Divento pazzo.
Che tipo sono?
Vogliono saperlo gli altri, non io.
Io che amo il prossimo mio solo se mi sta lontano.

Don P.


sabato 26 dicembre 2015

Anime e lancette

Ho provato ad immaginare le anime degli esseri umani. 
Le ho immaginate come orologi che hanno solo la lancetta dei secondi. Persone diverse, orologi diversi, lancette diverse che scorrono a velocità diverse.
Io e te abbiamo sbagliato i tempi. 
Ci siamo sovrapposti, e ad un tratto le nostre lancette si sono separate. Sappi, però, che due orologi restano sovrapposti anche quando i corpi sono distanti nello spazio e nel tempo. 
Parliamo di anime.
E due lancette, anche se scorrono a velocità diverse, sono destinate ad incontrarsi di nuovo.. 
..in questa vita o in un'altra.
..ma davvero!

Don P.


sabato 12 dicembre 2015

Le TV si spengono alle nove

Ho fame di 127 arrugginite 
Mentre tu non mi acchiappi
Non aver paura
E' solo la strega mangia-frutti
Ed i coccodrilli cantano 
Nelle TV che si spengono alle nove
Ne mastico cinque, e tu?
Tu fai gli occhi all'indietro
Bianchi e l'angelo dice "amen"
Le corse ti sbucciano le ginocchia 
Sei ultimo e diventi grande
Sei primo e diventi un grande
Chiamami a casa
Sì, però rispondi tu.

Don P.





lunedì 7 dicembre 2015

Tutti i giorni

E' difficile lasciar posto all'amore. 
Ti innamori due, forse tre volte nella vita. 
E' facile, invece, lasciar posto alla nostalgia. 
I ricordi vengono giù come inchiostro da una stilografica, 
ed è un problema per me che sono mancino. 
Più scrivo e più la mano sbava le frasi. 
E' così da sempre:
è sempre la zavorra che ti trascini dal passato
a rovinare tutto.
Innamoratevi. 
Tutti i giorni.


Don P

giovedì 12 novembre 2015

Il tuo nome sulla sabbia

Ho scritto il tuo nome sulla sabbia
e sono rimasto a guardare 
mentre veniva cancellato dal mare.
Le maree si alternano e
le lune si danno il cambio.
Non ho ancora capito come posso fermare il mare.
Intanto continuo a scrivere il tuo nome.
Sulla sabbia.


Don P.